Anna – Spalla.

Mi chiamo Anna, ho quarant’anni, possiedo un gatto e sono fidanzata. Abito in una città dove nevica spesso, fumo un tipo di sigarette che il tabaccaio mi mette da parte e conosco a memoria tutti i testi dei Cranberries. Ho una cicatrice sulla spalla sinistra, un piercing all’ombelico e un tatuaggio non vi dico dove. Insegno matematica e fisica in un liceo classico cittadino, ho i capelli rossi e possiedo un ombrello bordeaux.

Mi chiamo Ombrello bordeaux e sono il nuovo ombrello di Anna. Anna ha trentanove anni, possiede un gatto, e si sta innamorando, anche se sostiene il contrario. Abita in una città dove nevica spesso, canticchia continuamente ed esclusivamente When You Are Gone e fuma un tipo di sigarette il cui profumo copre il mio odore di plastica. Ha un enorme cerotto che parte dall’orecchio sinistro e termina sulla scapola; c’è qualcosa che brilla sotto il reggiseno mentre umide labbra maschili baciano con passione una lumachina tatuata in prossimità della vulva. Anna ha i capelli tinti di biondo e stanotte sarà l’incubo degli allievi della III E che domani dovranno sostenere una verifica sui principi della termodinamica.

Mi chiamo Anna, ho trentanove anni, possiedo un gatto e odio il genere maschile. Abito in una città di cui apprezzo la neve, la mia bocca sa di tabacco mentolato e sto sorridendo perché la radio passa i Cranberries. Detesto chi domanda cosa mi sia fatta alla spalla sinistra, non mi disturba invece dare chiarimenti riguardo il piercing all’ombelico. I miei allievi ultimamente hanno trascurato la termodinamica, giorni fa ho fatto la tinta bionda perché ultimamente mi infastidisce il colore rosso e ho assolutamente bisogno di un nuovo ombrello. Mi chiamo Anna, odio il rosso e il genere maschile, ma sorrido involontariamente al commesso che canticchia When You are Gone mostrandomi un elegante ombrello bordeaux.

Mi chiamo ombrello giallo e sono l’ombrello che è stato dimenticato sul ciglio della strada. La mia ex proprietaria ha trentotto anni e possiede un gatto che le fa compagnia ora che è convalescente. In questo momento Anna canta Linger, come tutte le volte in cui è triste anche se in realtà canta Linger anche quando è felice e, anzi, diciamo che la canta sempre eccetto quando è nervosa, perché allora fuma. Ha il collo sanguinante; è preoccupata per il diamante all’ombelico che spera non si sia infettato; apparentemente non è tatuata. Domani non sarà in grado di spiegare la Termodinamica in uno dei licei più snob di una città in cui molto spesso nevica anche se altre volte piove. E quando piove capita di prendersi una bottigliata, ritrovandosi così i capelli ancora da tingere inzuppati di acqua e sangue.

Mi chiamo Anna, ho trentotto anni e possiedo un gatto che spero non sia preoccupato del mio ritardo. Abito in una città dove quel rompicoglioni del mio ex mi trova facilmente, ho cominciato a fumare le sigarette al mentolo perché sono le uniche che a lui non piacciono e adoro i Cranberries. Insegno la materia più detestata dagli allievi di qualsiasi liceo classico e, fino a dieci minuti fa, le mie sole preoccupazioni erano la termodinamica, il mio ombrello giallo e la possibilità o meno di tingermi nuovamente di biondo. Mi chiamo Anna, oggi piove e il mio ex mi sta per sfregiare.

Mi chiamo Anna, ho quarant’anni e sul collo ho segni che non posso non vedere ma che non voglio coprire. Ora cammino sotto la pioggia con il mio ombrello bordeaux, sperando che a giorni arrivi la mia adorata neve. Canticchio When You Are Gone in attesa del mio ragazzo: dovremmo andare a cena ma probabilmente non ci arriveremo mai.

Continua Domani.

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