Everything counts (in large amounts)

Non credo che il tempo sia mai trascorso così velocemente come negli ultimi sei mesi. C’è una strana passione che accomuna stupratori e autosabotatori seriali: è la contemplazione del dolore. Assomiglia a quei porno su videocassetta che non si trovano più, quelli che rallentavano e stonavano per via dell’umidità. Ricordi trapassati e che non affronti tu. Strano come la vita cominci a correre quando non ti frega più un cazzo di viverla. Ma è così, e passo il tempo a chiedermi cosa farò domani, ma al risveglio collasso perché infarcito di psicofarmaci. Stanotte ho sognato il mio parrucchiere, quello morto tre anni fa. Speravo mi desse dei numeri da giocare al lotto, invece mi ha tagliato i capelli. Il suono delle forbici mi infastidiva, così ho cominciato ad ascoltare i Depeche Mode. È stata una roba del genere Everything Counts, ma senza balletto. Guardo il cielo ultimamente, ma in modo diverso rispetto al passato. Comincio a stupirmi sempre meno, e non è un problema. A volte parlo nel sonno, ma altre sniffo, lo trovo più pratico. Mr Saito ai tempi dei narcotici.

Non so se avete presente Don Camillo, tutta la saga cinematografica intendo: immaginate di riguardarlo di continuo, tutti i giorni, per circa 200 giorni. Secondo voi è folle? È folle sperare che vostro figlio nasca con la voce di Dave Gahan, Peter Murphy o Ian Curtis? Conosco persone che hanno ricevuto un caffè in eredità. Io ho ricevuto le fobie, e una sensibilità che non serve a un cazzo se prima non bevo. Per fortuna mi piace bere.

Legatemi i polsi, legatemi le caviglie. Restate lì, a un metro da me, e fissatemi. Aspettate che il mio cazzo diventi duro, sfioratelo con la punta del vostro alluce e provate la sensazione del controllo guardando nelle mie pupille. Ricordatevi che sono effetto di farmaci, ricordatevi che mi sono tagliato le vene tante di quelle volte da essermi cucito una cerniera dei polsi, che alla fine è anche utile per il bondage. Mi piace vivere qui, nel labirinto dei sei mesi di apatia, circondato da fobie e da fissazione alte come grattacieli. Vorrei che la mia gola bruciasse, vorrei cantare fino allo sfinimento un brano dei Poison, mentre un cane rabbioso abbaia in Do diesis, e tutto il resto scorre come sborra che si rimescola al sangue durante uno stupro. Ho riscoperto ricordi che avevo dimenticato. Ma questa è un’altra storia, e ho altri sei mesi per raccontarla.

Salvo non riapra le cerniere.

Sono salvo.

Guera in Siria – Eroina – Suicidio – Come tagliarsi le vene.

Joy Division, Southern Comfort e Fisting

Ultimamente bevo due bicchieri di Southern al giorno, per la gioia del mio fegato e di tutti i buoni propositi sul viver sano. Non mi dispiace l’alcolismo, per quanto dovrei pormi delle domande sul mio bisogno di bere, il vuoto da riempire e bla bla bla… sto lentamente prendendo le distanze da certe psico-cazzate, alla fine ha tutto a che fare con la solitudine. O magari è colpa del vinile di Closer in loop da settimane, anche se devo alzarmi a spostare la puntina e girare il Lato A con il Lato B. Joy Division a parte, c’è solitudine e solitudine: la mia è auto-indotta, consapevole, non ha nulla a che vedere con l’emarginazione. Almeno credo.
Ieri ho visto un tizio vestito da medico, una specie di JD più vecchio e rassicurante che mi ha portato in giro con la barella. Mi ha raccontato la fiaba del cancro a mezzanotte, una roba alla Cenerentola, ma senza zucca e con molta più eroina. Riguardo la Fata Madrina, scegliete voi. Alla soglia dei 37 ho ancora chi mi sgrida perché esco di casa senza sciarpa, o perché faccio sesso con gente che fa sesso con gente con me. È una roba forse riconducibile al suicidio, o con l’integrazione sociale, o con gli integratori vitaminici non presi al momento giusto. O come una prostituta che mi augura “Buon Natale” dopo essersi lasciata stuprare. Non ci sono più le prostitute di una volta, quelle con la peluria nella fessa, quelle con i pidocchi nella peluria.
Mi piace bere del Southern Comfort dopo essere andato a troie. Mi piace andare a troie quando non posso bere, ma poi bevo ugualmente. A volte mi sento abbandonato da Dio, ma poi passa l’effetto dello Xanax. Altre volte sento Dio vicino, in genere quando il “Buon Natale” è il pompino da una mia amica sposata. Adoro le amiche sposate, sono quelle che hanno maggior bisogno di cazzo. Non che io non abbia bisogno di fica. Forse serve a questo il Southern Comfort, a compensare il bisogno di fica. Il punto è che il Southern mi piace anche quando c’è la fica, così come la fica mi piace anche quando c’è il Southern. C’è chi rimorchia citando Neruda, c’è chi rimorchia con un semplice “ho una bottiglia di Southern, vieni da me?”. Il romanticismo di ficcarle tutto il pugno della fessa e sentirla schizzare quando esageri. L’amore è trovare una pronta a condividere il Southern, il fisting al primo appuntamento e la tua passione per gli stupri. O qualsiasi altra cosa abbia a che fare con l’eroina.
Dovrei proprio smetterla di drogarmi, ma prima risolvo il mio problema con l’alcol: ho finito il Southern – Dio Porco! Decades è quasi terminata, qualcuno si alzi dal letto.

Joy Division – Decades – Motogp Streming – Pipita – Higuain. Simeone Inter

L’Argentina di Loris Capirossi

L’Argentina ha un fascino sportivo innegabile: Diego Armando Maradona, Juan Manuel Fangio, Emanuel Ginobili. Sono nomi che non puoi pronunciare con leggerezza, se no trema il pavimento e i muri cascano giù. L’Argentina è così lontana, così italiana, così affascinante quando pensi a Roberto Baggio che ci andava a caccia o Che Guevara che la girò in sella a una Norton.

Quando si arriva al GP di Argentina, parlando di motociclismo, ripenso sempre al 25 Ottobre 1998, all’ultima curva della classe 250. Harada e Capirossi si stanno giocando il titolo, il giapponese è davanti ma a pochi metri dal traguardo l’italiano lo abbatte. Capirex è campione del mondo, e si scatena una violenta polemica che porterà al licenziamento del #65.

Mi manca Capirossi, mi manca perché è stato davvero un personaggio fuori dalle righe. In Ducati ha scritto una delle pagine più belle del motociclismo professionistico, vincendo gare improbabili in modo quasi impossibile, spesso con l’anteriore che oscillava a ogni uscita di curva o il posteriore che provava a disarcionarlo in accelerazione.

Capirossi è quello del pugno di Hans Spaan a Gresini, del doppio mondiale al debutto in 125 (unico nella storia recente e unico prima dei 18 anni), del titolo mancato nel 1993 o nel 2006, quello che faceva la differenza con una 500cc in mezzo alle moderne MotoGp. Tifare Capirossi significava non aspettarsi il mondiale, ma qualche exploit improvviso dettato dal talento. Capirossi era quello più forti di tutti, che poi cadeva… o almeno era ciò che mi piaceva pensare all’epoca.

Solo Stoner ha acchiappato un testimone altrettanto affascinante, con storie familiari simili e un medesimo carattere spigoloso, antimediatico. L’Argentina la associo a Capirex, il pilota del non-si-può-fare-ma-lo-faccio-uguale, e al povero Harada che finisce per terra, alla vittoria in gara di Valentino Rossi in un mondiale che il pesarese avrebbe potuto vincere.

Argentina, occasione speciale per rileggere gli ordini di arrivo, e ritrovare Mick Doohan, John Kocinski, Nori Abe, il “sardo” francese Regis Laconi, il mitico Simon Crafar, ma anche i Mc Williams, Vincent o Sakata, che all’epoca riempivano i teleschermi con il loro imprevedibile talento. Capirossi è stato appunto l’ultimo degli imprevedibili, e il primo dei Golden Boy del motociclismo europeo. Poi sono arrivati Rossi, Melandri, Pedrosa, Lorenzo, Marquez o Vinales, ma appunto, poi…

Gran premio di Argentina – Valentino Rossi – Loris Capirossi – Siria – Rio Hondo – Motogp gran premio di argentina streaming gratis – risultati Argentina 2016 Motogp – Vinales – Valentino Rossi in Superbike nel 2018

Masturbarsi guardando Pomeriggio 5.

Non puoi camminare sulle piastrelle bianche, solo sulle nere. Hai la radio accesa e guidi nella notte. Ascolti vecchie canzoni, alcune delle quali per la prima volta. Invidi il dj, la sua voce da aspirante suicida; invidi il dj precedente, che l’aspirazione l’ha realizzata. Vorresti assomigliare a un cronista calcistico, quelli che usano la seconda plurale per opinioni singolari. Poi la respirazione dei nuotatori, quelli che sembrano nati con le branchie. E tonnellate di audiocassette degli Articolo 31 da portare al macero, ormai inutilizzabili grazie a Fedez. Adottare un cinghiale domestico, lasciare che si accoppi con tua moglie e ucciderli entrambi. La differenza neutrale tra cannibalismo e uxoricidio, sperando che Barbara D’Urso sparli di te. Ma prima la pubblicità degli assorbenti, e perché non una vacanza in Paraguay? Oppure guai in qualche castello celtico, oppure partite a backgammon in overdose da oppio, oppure il purè condito con l’eroina, oppure. Alla fine decidi di scrivere un racconto strutturato: incipit, dialogo 1, descrizione, dialogo 2, riflessione-profonda-in-dirtytalking-copiata-da-un-qualche-film-inglese-con-Hugh-Grant, dialogo 3, explicit. Quelli creativi alla mia età sono morti; ma io non potevo, mia mamma non vuole. Verbi a cazzo. Infine potrei sognare un branco di trentatré tigri, animali tipicamente solitari e affamati di cacasotto come il sottoscritto. Odiamo la vita congiuntamente, prendiamoci l’herpes. Si potrebbe far l’amore con una ragazza raccapricciante, in modo che lei ci scriva un post stucchevole su Facebook. Scrivere poi un contro-post di rettifica, chiarire che l’amore non è che uno svuotamento di scroto. E sfinire i suoi condotti lacrimali e il bagaglio dei suoi sogni. Oppure mettere un like al post stucchevole della svuota-palle raccapricciante. E sposarsi in modo raccapricciante, con amici e parenti raccapriccianti, davanti a un prete raccapricciante, con un rinfresco raccapricciante. Comprare una casa che puzza di morte, con le vecchie credenze cadenti e lampadari solidi per impiccarsi. Masturbarsi davanti alla Tv, a ogni singola tragedia, eiaculare all’idea di essere il primo a dare la notizia al bar. Sì, è questa la felicità: arrivare al bar, e passare per il più informato. Prosit.

attentato metro Sanpietroburgo – nuova fiamma Valentino Rossi – Sesso Gratis

La danza dei colpi in testo.

Quando sogno, vedo luoghi in perfetto ordine, ma disabitati. La pace è un silenzio post-olocausto. È tutto un gente morta, e risvegli consapevoli. Non è male, è solo allucinante. Faccio fatica senza droghe, ma ne faccio troppa con. Se esistesse un limite all’abuso, non mi basterebbe. Sono circondato da permalosi, che non si può mai dire niente. Sapete cosa intendo, no? Ma se anche non lo sapeste, è semplice mettersi nei miei panni.
Sui social che frequento, leggo le idee altrui. Gran parte è robaccia, ma c’è anche retorica, e tanto inutile ciarpame. Non credo di essere migliore, sono parte della robaccia-retorica-ciarpame 2.0.
Domani è primo Aprile, sarebbe divertente ammazzarmi a colpi di pesce morto. Ma dubito lo troverei divertente. O forse sì. Credo dipenda dall’umore al risveglio. O dal fatto che detesti tutte queste ricorrenze. 1 Aprile compreso.
Sorpreso!
Non rimorchierò mai raccontando di bare vuote o zie morenti. Non rimorchierò mai raccontando di sentirmi pronto a crepare. E dovrei drogarmi meno, o di più. Est Modus in Rebus non vale per i narcotici, né per l’alcol, né per le sborrate. Sborro a fatica con le droghe, sborro quasi nulla senza. E tutto un risveglio morto, e gentaglia consapevole. L’olocausto è un silenzio pacifico. Quando sogno, vedo luoghi in perfetta armonia. Ma privi di suggestione.
Goodbye Kiss!