La Luna non è più piena, è “curvy”

La luna è distante, insindacabile. Ma anche se fossero pochi chilometri, non ci andresti. In fondo, se fossero pochi chilometri, ci andrebbero tutti. E tu non vai mai dove vanno tutti. C’è chi fa fatica a costruirsi un’immagine da anticonformista. C’è chi invece è anti-convenzionale anche nel modo di ridere.

Ci si nasce.

Il mondo è fatto per ruotare in un solo senso, e alcuni lo hanno capito. Altri lo immaginano. Ma ad altri, fondamentalmente, non frega un cazzo. È questo che affascina: l’ignoranza. C’è differenza tra non conoscere le regole o ignorarle. In particolare se si parla di pulsioni. E svegliarsi all’alba ti fa sentire diverso, sociopatico.

Pulsioni.

Apprezzi il tuo assoluto desiderio di solitudine, così normale ai tuoi occhi, ma innaturale dal punto di vista sociologico. Sei come il mal di denti: lo hanno provato tutti, ma nessuno lo desidera.  E sei quello che saluta i vecchietti, o quello che risponde buongiorno augurando la morte a due logorroiche in tuta lilla.

Che dio le maledica le tute lilla. O le logorroiche.

È una questione di equilibrio, ma abbastanza semplice, senza trigonometria. Come sbronzarsi al primo sorso di birra, o sborrare dopo il bacio. C’è gente che passa la vita cercando il senso dell’esistenza, mentre tu cerchi di fare l’opposto. In fondo che senso ha scoprirne il motivo, alla fine creperai ugualmente.

Funerale.

Così immagini quelle messe colorate e cantate, quelle con i negri – che si dice afroamericani – e senza i finocchi – che si dice omosessuali –  con quel tizio ciccione – che si dice corpacciuto – con la passione per la pedofilia – che si dice errore di percorso, ma solo se è un prelato. E mentre tutti cantano When The Saints Go Marching In, tu sei già cibo per vermi.

Luna piena.

E sei morto senza senso, senza magari un tumore ai polmoni perché ai fumato troppo, o uno al fegato per colpa dell’alcolismo. Magari con la silicosi passeresti da eroe, come i tuoi nonni, che eroi lo erano, magari no. In fondo quando si invecchia, si viene umiliati da chi ancora non ha fatto nulla. O che forse non lo farà mai. Vuoi salire da me? Ho una collezione estesa di Me ne occupo domani

Pillole – Bourbon – Donnie Darko

Conosco quel tono. È il “fai come vuoi” che suona come una resa. Ma non lo faccio di proposito. Provocare quel tono, dico.
Camera mia è un luogo piacevole: la trapunta colorata, le maledette stampe di Snoopy alle pareti, la lampada de La Pantera Rosa. E il comodino, con quelle maledette pillole. Coperchio giallo, confezione trasparente. Solo per via orale!
Orale. Ora-le. Ora-le-prendo.
Dove ho messo le sigarette? Ah, già! Non le ho ricomprate: ho smesso di fumare. E ho anche ripreso, e smesso nuovamente. È solo questione di tempo. Ero innamorato di una persona tempo fa, ma scopavo con un’altra ed ero ossessionato da un’altra ancora.
È sempre stato così.
Sin dal liceo. Sin da quando il mio cazzo è diventato un intrattenimento anatomico condivisibile. Ossessioni. Abbastanza da provare il suicidio di uno psicologo suicida. Che poi sarebbe una mia fantasia: immagino uno psicologo che vuole morire, e mi usa come ultimo atto della sua miserabile e alquanto inutile vita. Vita. Vivi finché muori no? O finché non muore il mio amico immaginario.
Ho delle voci in testa.
Ma non tipo Donnie Darko. Né tipo JD.
Qualcosa vagamente più asiatico; ma senza quella pallidissima retrospettiva critica da cineforum di sinistra. Tipo Nanni Moretti, con gente alla Nanni Moretti, ma senza Nanni Moretti. Ma con la Nutella. Marchio registrato.
E le mie voci interiori sono fondamentalmente allegre.
Non so se avete presente Jack Palance, in quel film con Billy Crystal e Bruno Kirby. Una roba del genere, con i cavalli e le vacche. Ecco, le voci ricordano quella di Jack Palance. E sono voci che cantano sempre la stessa canzone, che decantano la medesima filastrocca e recitano la medesima poesia. Che poi è tutta roba mia. La canzone, la filastrocca, la poesia.
Sembra una cazzata, ma è così.
Comunque usiamo la bocca per quel che serve. E dato che non ho una fessa da leccare, giù la pastiglia. Accompagnandola con una sorsata di Bourbon; anzi due.
Smorfia disgustata.
Come vi piacerebbe morire? Salvo di infarto mentre scopate.
Come? Non avete un come preferito?
No, no, non mi rispondete. Ho della roba buona da sniffare, unitevi a me. Non chiamate la polizia. Non ci stiamo scopando una minorenne, ci stiamo solo drogando. Lasciateci scegliere come suicidarci. Mettete su i Tears For Fears e passatemi il bourbon.
Le pillole…
Giusto, le maledette pillole. Le trovate sopra la lettera, quella scritta con il sangue. No, non è una nota di suicidio; ma una dichiarazione d’amore che non spedirò mai. Va bene così, pillole e bourbon. E Donnie Darko.
È successo qualcosa… da qualche parte e a qualcuno… ma non a me. A-me. Amen!

Crononauta!

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  • immagine presa dal web

I bambini fanno dei disegni. Disegnano quartieri, città e altre inutili cazzate che poi le madri appendono al frigorifero con la calamita di Spongebob. I bambini disegnano tutto, ma non i parrucchieri. Nei film i cattivi fumano, ma si tagliano i capelli da soli. Dal parrucchiere vanno solo i mafiosi, e qualche crononauta che torna indietro nel tempo. Mi manca il mio parrucchiere. Un tempo, quando avevo le palle girate, andavo dal parrucchiere. Poi è morto, e ho cominciato a tagliarmi i capelli da solo. Come i cattivi. Non amo lo sport, e per questo non vado dagli altri parrucchieri. Non mi va di parlare di calcio con chi sa parlare solo di calcio. Sarebbe come far sesso con un altro uomo che, tra l’altro, scopa di continuo. Non basta un argomento in comune a far conversazione, né basta argomentare per conversare. Quelle sul saper parlare di tutto sono solo socio-cazzate da psicologo. Io apprezzo le compagnie silenziose… per questo amo l’alcol. E no, non esiste un parrucchiere dove mi troverei meglio. Non credo alle eccezioni. Mi taglio i capelli da solo, tanto ho tempo: lei manca spesso. Sono fidanzato con una prostituta, ed è un notevole vantaggio: non ho il dubbio che mi cornifichi o meno. Però mi ama, ne sono certo. Dubito che stia con me per il sesso. È sensato, anche se mi mette ansia. Sono un ansioso. Prego di continuo, ma non credo in Dio. Io non prego per devozione, ma per superstizione. È una bella differenza. Intanto i bambini disegnano; i bambini disegnano quartieri senza parrucchieri. E il sole che sorride.
Imparate che il sole non sorride; imparate a far colazione; imparate a scrivere al buio; imparate a sognare a luce; imparate a memoria l’orario dei treni; imparate a tagliarvi i capelli da soli.
Sono sei anni che aspetto l’Autobus, ma non è ancora passato. Ma ho tagliato tante volte i capelli!