La danza dei colpi in testo.

Quando sogno, vedo luoghi in perfetto ordine, ma disabitati. La pace è un silenzio post-olocausto. È tutto un gente morta, e risvegli consapevoli. Non è male, è solo allucinante. Faccio fatica senza droghe, ma ne faccio troppa con. Se esistesse un limite all’abuso, non mi basterebbe. Sono circondato da permalosi, che non si può mai dire niente. Sapete cosa intendo, no? Ma se anche non lo sapeste, è semplice mettersi nei miei panni.
Sui social che frequento, leggo le idee altrui. Gran parte è robaccia, ma c’è anche retorica, e tanto inutile ciarpame. Non credo di essere migliore, sono parte della robaccia-retorica-ciarpame 2.0.
Domani è primo Aprile, sarebbe divertente ammazzarmi a colpi di pesce morto. Ma dubito lo troverei divertente. O forse sì. Credo dipenda dall’umore al risveglio. O dal fatto che detesti tutte queste ricorrenze. 1 Aprile compreso.
Sorpreso!
Non rimorchierò mai raccontando di bare vuote o zie morenti. Non rimorchierò mai raccontando di sentirmi pronto a crepare. E dovrei drogarmi meno, o di più. Est Modus in Rebus non vale per i narcotici, né per l’alcol, né per le sborrate. Sborro a fatica con le droghe, sborro quasi nulla senza. E tutto un risveglio morto, e gentaglia consapevole. L’olocausto è un silenzio pacifico. Quando sogno, vedo luoghi in perfetta armonia. Ma privi di suggestione.
Goodbye Kiss!

13 pensieri riguardo “La danza dei colpi in testo.

      1. Senza sminuire, mi capita con la birra. Hai presente quelle serate in solitudine, quando apri il frigo e sai che le birre sono lì, non devi scendere? Ne hai tre. Tre è il numero perfetto. E invece ne vorresti una quarta cazzo, a un certo punto. Finisci un lavoro che volevi continuare. Sensazione di vuoto.

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