Intrisa ignoranza nel fiore della tradizione, favole metafisiche o creta da plasmare, amore e dolore della sacrale diffusione orale. Il carcinoma indomito delle credenze popolari, piromani dell’irrazionale ingrassati dal cuore ingenuo, mantecati da soffocante e pomposa cecità radicata. Un passo di danza negato dalla millenaria crociata contro la fisica, la medicina, la filosofia. Perché tanto astio ineffabile contro quel falso dramma chiamato felicità?
«Ho paura del buio!»
«Non sei la sola!»
«Anche tu?»
«No», rispose la madre. «Mi rabbuio quando hai paura».
Poi l’emancipazione adolescenziale pruriginosa, seta sfumata al nero pece, calvari rovesciati sonanti di triadi maggiori in acciaio. Tu, capra prigioniera di un giogo dismesso molti belati fa, belavi blasfema e irriverente, belavi ribelle, belavi rabbiosa, ma pur sempre belavi. E il tuo subconscio inesorabilmente marcato dalle roventi fiabe a lume di punto croce, purezza vergine fagocitata dal reiterato passato, e istruita definitiva all’immortale acluofobia.
L’ha ribloggato su TERESADUEe ha commentato:
L’ho adorata da subito
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“E il tuo subconscio inesorabilmente marcato dalle roventi fiabe a lume di punto croce, purezza vergine fagocitata dal reiterato passato, e istruita definitiva all’immortale acluofobia.” ❤ ❤ ❤
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L’ho usata su instagram. Mi piaceva, e l’ho portata qui 🙂
❤
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Mi ci ritrovo molto 😉
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Mi fa piacere. ❤
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