La schiava sarda – pt. 6

«Gradisce un caffè?» si informa Marina, una volta raggiunto il tavolo del tedesco che, compiaciuto e soddisfatto, si gode una bistecca al sangue.
Andy annuisce, sollevando lo sguardo. «Perché sei vestita come una cameriera francese?» la interroga incuriosito.
«Perché sono una cameriera. E perché sono francese», rivela sinceramente lei, fornendo però una risposta imprecisa.

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Il telegiornale racconta di un venticinquenne accusato dell’omicidio della moglie novantenne. Poco più di un anno fa, lei era stata al Maurizio Costanzo Show, dove aveva raccontato del proprio rapporto con un uomo si sessantacinque anni più giovane.
«Il vedovo allegro», commenta sarcastica Francesca.
«Si vous plait, posso avere una bottiglia d’acqua?» le chiede invece, apparendo quasi dal nulla, l’ospite della Camera A1.
Francesca annuisce, sorridendo gentile.
«Mercì», ringrazia lui allontanandosi. La ventunenne resta sola, in attesa della mezzanotte, e dell’arrivo della guardia giurata. Poi sarà libera di giocare con Marina e il tedesco.

Quello di Andy è un risveglio allucinato, confuso; la bocca impastata, gli occhi gonfi e stanchi; un rivolo di bava che, dall’esterno destro del labbro inferiore scorre fino al collo; polsi e caviglie doloranti, immobilizzati da rugose cinghie in cuoio. Il tedesco è terrorizzato, ma non fiata. Marina, immobile in posizione marziale, lo osserva curiosa.
«Tra poco arriverà la Dea», lo informa, rimarcando con estrema devozione la parola “dea”. «Ti farà delle domande a cui dovrai rispondere», prosegue con tono non particolarmente ostile. «Parlerai. Se collabori subito, sarà indolore».
Il tedesco non le risponde. Anzi, pensa quasi a tutt’altro. È nudo. Sente freddo, anche se alcune parti del suo corpo, prime tra tutte mani e piedi, sembrano ancora addormentate. Non prova fitte, o dolori lancinanti: è dunque probabile che non sia ferito. L’ano sembra umido, forse ha perso il controllo. In bocca un retrogusto dolciastro, come quando si mastica una pera rancida. E poi l’erezione. Non dovrebbe, ma è così. Il pene è duro, completamente eretto. Forse è la situazione ad eccitarlo, o forse l’abbigliamento di Marina. La ventisettenne, slanciata dal tacco 15 di un paio di décolleté color sangue, indossa una tutina viola, in latice color porpora, perfettamente aderente, ma aperta sui capezzoli e sul pube. Le mani, vestite di guanti in pelle nere, reggono un knut in cuoio nero.
«Vuoi fare il tipo tosto?» lo interroga tiepida Marina.
Andy tace ancora, ed evita di incrociare il proprio sguardo con quello dalla ventisettenne. È addestrato a mantenere la calma; a non aver paura; a sopportare la sofferenza fisica. Sì, vuole – e può – fare il tipo tosto. Per quanto anche il più impassibile tra gli stoici, una volta sotto tortura, è destinato a soggiogare al dolore.
Il tedesco si concentra quindi sull’ambiente circostante. È un locale vuoto, le cui pareti sono semplicemente intonacate. C’è un forte riverbero sonoro, con tonalità metalliche. Il mobilio, per così dire, è limitato a una vecchia sedia e un tavolo quadrato. Sopra il tavolo una borsa marron simile a quelle che usano i medici. La stanza è bassa, ampia, a base quasi quadrata, sui venticinque metri quadri. L’ingresso è consentito da un portoncino in ferro, verniciato con una bizzarra vernice menta che, a occhio e croce, ricorda quelle che si utilizzano per i natanti. Ci sono due finestre, o presunte tali, di forma rettangolare, larghe circa un metro e non più alte di trenta centimetri; i vetri sono oscurati, coperti con una fitta rete metallica. La posizione delle finestre, poste a circa quaranta centimetri dal solaio, suggerisce che la stanza possa essere nel piano interrato della costruzione.
Andy conclude di trovarsi probabilmente ancora all’interno dell’Hotel 2020. Non sbaglia.
«La mia Padrona ti farà parlare», prospetta ancora Marina. «Sono un’eccellente infermiera. So incidere e suturare. E lo so fare mantenendoti in vita, restando sorda a spasmi e urla del paziente», continua con raccapricciante sincerità. «Ti taglierò e ricucirò finché non parlerai», sorride.
Andy ascolta, ma non apre bocca. Inutile parlare ora.
Un cigolio metallico risuona seccamente. La porta si apre e appare Francesca, vestita come Farrah Fawcett ai tempi delle Charlie’s Angels. «Siamo pronti?»
Ancorato alla croce di San Andrea, il tedesco annuisce, osservando poi il proprio sesso pericolosamente eretto.

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